Scopriamo perché il colesterolo alto non è la causa dell’arteriosclerosi ma una conseguenza. Entrambe però sono provocate da una carenza di vitamina C!

correlazione arterioslerosi, colesterolo e vitamina c

In un post precedente abbiamo sfatato la leggenda che vuole la causa del colesterolo alto in un alimentazione ricca di cibi grassi.

(Per chi non avesse letto, l’ eccesso di colesterolo cattivo nel sangue è dovuto ad una nutrizione incompleta di nutrienti essenziali, quali aminoacidi e vitamine, soprattutto la vitamina C, che riduce la massa magra, con disfacimento delle membrane cellulari e indurimento arterioso – una sorta di inizio di scorbuto – e che liberano nel flusso ematico il colesterolo in esso contenuto.)

Detto questo, parliamo della connessione tra colesterolo e arteriosclerosi, dando uno sguardo alle ultime ricerche (quelle di ricercatori disinteressati dai guadagni delle case farmaceutiche) sull’arteriosclerosi.

La scienza medica continua a sostenere che il colesterolo in eccesso porta ad una fibrosi arteriosa, con conseguente arteriosclerosi e rischio cardiovascolare. Niente di più falso!

Infatti è esattamente il contrario. Recenti studi del dott. Rath – che si occupa di medicina cellulare, ricercatore che continua gli studi sui nutrienti e micronutrienti cominciata dal dott. Linus Pauling, premio Nobel per le ricerche sui micronutrienti e sulla vitamina C, e del prof. Albert Szent-Gyorgy, premio Nobel per la medicina per le sue scoperte sul ruolo di primo piano svolto dalla vitamina C per un sano metabolismo cellulare – il meccanismo della produzione del colesterolo è tutt’altro che quello che ci hanno fatto credere finora.

La vitamina C è una delle sostanze tra le più importanti da introitare attraverso la dieta, ed il perché e semplice: il nostro organismo (ahinoi!) non ne produce neanche un milligrammo! La vitamina C favorisce la prevenzione delle patologie cardiovascolari, svolge un ruolo decisivo nella terapia naturale contro il cancro e malattie da immunodeficienza. L’assenza o anche solo una carenza di vitamina C può determinare l’insorgenza di arteriosclerosi e quindi far aumentare il colesterolo, o, più precisamente lipoproteine di tipo A.

Anche l’arteriosclerosi, come l’ipercolesterolemia, è un inizio di scorbuto, la malattia dei “marinai”. Per entrambe, infatti, la causa è la stessa: una carenza di vitamina C che indebolisce le pareti delle arterie. I depositi arteriosclerotici sono una conseguenza di questa carenza di vitamina C.

Infatti per riparare le arterie che si lacerano e sanguinano, il fegato produce queste lipoproteine per riempire i solchi delle arterie danneggiate (un po’ come succede quando ci laceriamo la pelle e ci mettiamo una crema lenitiva per aiutare la riparazione). Ecco che il meccanismo è esattamente il contrario di quello che ci raccontano le case farmaceutiche. Ci hanno raccontato che l’ipercolesterolemia danneggia le arterie causando la formazione della placca arteriosclerotica per farci assumere quantitativi industriali di statine, peraltro tossiche e che danneggiano col tempo il sistema muscolare.

La verità, invece, è che il colesterolo non è il killer, ma semmai il poliziotto che tenta disperatamente di segnalare che esiste un problema e in mancanza di aiuti cerca di risolvere quel problema da solo.

Il problema, invece, non è altro che una carenza di vitamina C. La nostra alimentazione ormai non sempre apporta sufficienti livelli di vitamina C che invece dovrebbe essere assunta tutti i giorni in maniera ottimale. Soprattutto se c’è una tendenza familiare bisognerebbe aumentare il dosaggio, assicurandosi anche un apporto ottimale di aminoacidi la cui carenza potrebbe essere alla base della presunta “ tendenza familiare”; purtroppo ben pochi assumono livelli sufficienti di vitamina C  attraverso l’alimentazione atti a mantenere le pareti delle arterie perfettamente sane. Di conseguenza le pareti interne delle arterie presenteranno piccole fessure e lesioni dove si formano i depositi.

Il dott. Rath ha scoperto un legame tra scorbuto e infarto cardiaco. La scoperta di questo legame capovolge le convinzioni finora radicate. Infatti questa scoperta esclude che il colesterolo e la lipemia siano fattori di rischio primari ma solo secondari.

vitamina c per prevenire l'arterioslerosi

Ricapitolando sui legami tra arterioslerosi, colesterolo e vitamina C

Nel caso di una carenza cronica di micronutrienti, il fegato riceve un segnale per aumentare molecole in grado di riparare una parete arteriosa danneggiata con il colesterolo, LDL, trigliceridi e altri prodotti del metabolismo.

L’aumento della lipemia NON è la causa delle malattie cardiovascolari ma una CONSEGUENZA della malattia in corso.

Può diventare un problema se le pareti dei vasi sanguigni sono già indebolite da una carenza cronica di nutrienti. E’ chiaro quindi perché si soffre di calcificazione delle arterie (arteriosclerosi) ma non delle vene (venosclerosi). Se il colesterolo fosse la causa della calcificazione i depositi dovrebbero presentarsi in egual misura sia nelle arterie che nelle vene, ma non esiste la venosclerosi ! La calcificazione delle vene avviene solo nel caso in cui esse vengono reimpiantate come bypass coronarico. Questa è la dimostrazione logica e chiara che il colesterolo non può essere mai la causa principale dell’infarto. Esso è causato da debolezza dei vasi arteriosi (carenze da micronutrienti e vitamina C) e stress meccanico: il cuore si contrae 100.000 volte al giorno pompando fino a 10.000 litri di sangue! A causa di ciò lo stress a cui sono sottoposte le arterie è molto forte.

Ecco perché i tessuti hanno bisogno di essere riparati in maniera corretta tramite l’alimentazione e  (non dimentichiamolo!) una corretta elaborazione del nostro vissuto emotivo.

Altre prove?

La maggior parte degli animali non conosce l’infarto poiché a differenza dell’uomo, l’animale è in grado di sintetizzare da solo la vitamina C.
Cani, gatti, e altri mammiferi sono in grado di produrre fino a 20 gr. di vitamina C al giorno. Se questa fosse dannosa anche ad alti dosaggi essi si sarebbero già estinti da un pezzo.

“ La realtà è che, tranne rare eccezioni, nessuna specie di animali di casa nostra sviluppa la calcificazione arteriosa patologica. Sembra che l’arteriosclerosi sia possibile anche negli animali, ma di fatto non compare. Se fosse possibile individuare la causa di questo meccanismo negli animali, tale scoperta costituirebbe un enorme progresso nello studio di questa malattia negli esseri umani” (Tratto da un testo di Veterinaria del prof. H. A. Smith e del prof. T.C. Jones)

Gli orsi e gli altri animali che vanno in letargo non conoscono l’infarto cardiaco, nonostante abbiano un tasso ematico di colesterolo che veleggia tra 400 e 600 mg/dl, perché le pareti delle loro arterie sono protette dalla vitamina C. Vogliamo dare le statine anche a loro per combattere il colesterolo alto? La natura stessa ci conduce, se la osserviamo, alla soluzione. Miliardi di esseri viventi non conoscono l’infarto cardiaco. Ne soffrono solo gli uomini e poche specie animali.

Non sarebbe piuttosto il caso di cambiare abitudini alimentari, aumentare i nutrienti necessari e recuperare uno stile di vita più consono ai bisogni individuali di dinamismo motorio e ridurre lo stress ritrovando una dimensione emotiva soddisfacente?

Tutto questo a costo quasi zero, senza intossicarsi di farmaci, e soprattutto non sentendosi dei malati cronici a vita! C’è da rifletterci, no?


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Colesterolo, arteriosclerosi e vitamina C

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Un pensiero su “Colesterolo, arteriosclerosi e vitamina C

  • 20 Settembre 2012 alle 14:59
    Permalink

    Ci siamo allontanati così tanto dalla Natura da pensare di essere più furbi di lei.
    E siamo così conformati da non credere che con il semplice buonsenso vivremmo più a lungo in salute e prosperità

    Rispondi

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