Controllo dei geni? “È l’ambiente, stupido!” Scopriamo l’Epigenetica ovvero perché non siamo bombe ad orologeria.
C’è un nuova branca della biologia che si chiama Epigenetica. Il significato dell’Epigenetica è letteralmente “ controllo sul patrimonio genetico”.
Mentre il progetto “Genoma Umano” aveva una risonanza mediatica piuttosto rilevante, nel sottosuolo scientifico si stava inaugurando una nuova strada che avrebbe portato ad una vera e propria rivoluzione del pensiero scientifico. Questa strada è, appunto, l’Epigenetica. Essa cambia radicalmente la nostra comprensione dei meccanismi della vita ( Pray 2004; Silverman 2004).
Negli ultimi dieci anni la ricerca epigenetica ha dimostrato che i modelli di DNA trasmessi attraverso i geni non sono fissati alla nascita. Questo significa che i geni non sono il nostro destino!
Infatti le influenze dell’ambiente, compresi l’alimentazione, lo stress e le emozioni possono modificare i geni senza modificarne il modello di base.
Queste modifiche, tra l’altro, come ha scoperto l’Epigenetica, possono essere trasmesse alle future generazioni esattamente come i modelli di DNA, e cioè attraverso la doppia elica (Reik e Walter 2001; Surani 2001). Tutto ciò ha una ripercussione molto significativa sul senso di responsabilità personale di come affrontiamo la nostra vita, visto che ogni scelta che facciamo – i pensieri , lo stile di vita, ecc. – avranno ripercussioni non solo su di noi ma anche sulle generazioni future.
Ormai è indubbio che l’Epigenetica abbia scavalcato la genetica.
La nuova scienza ci dice che l’informazione che controlla i processi biologici parte dai segnali ambientali, che a loro volta controllano il legame tra le proteine regolatrici e il DNA. Le proteine regolatrici controllano l’attività dei geni. In parole semplici non siamo “ostaggi” dei nostri geni.
Ma facciamo un passo indietro: sin dagli albori dell’Età della Genetica, siamo stati programmati ad accettare l’idea di essere soggetti al potere dei nostri geni; la maggior parte della gente è convinta che prima o poi i loro geni “familiari” gli si rivolteranno contro causando una qualche grave malattia, come se le persone fossero delle bombe ad orologeria pronte a esplodere con un cancro o una malattia degenerativa solo perché il padre o una sorella o uno zio hanno subito lo stesso male.
Milioni di persone attribuiscono i loro problemi di salute, fisica o mentale, non ad una combinazione di cause psichiche, fisiche, emotive e spirituali, ma solamente ad un’inefficienza dei loro sistemi biochimici!
Naturalmente è indubbio che esiste una percentuale di malattie che dipendono dalla trasmissione di un gene difettoso, come ad esempio la Corea di Huntington , la fibrosi cistica o la talassemia beta, ma i disturbi dovuti ad un singolo gene colpiscono meno del 2% della popolazione! La gran parte della gente che viene al mondo nasce con un patrimonio genetico che gli consentirà di vivere una vita sana e felice. Quindi le malattie che rappresentano i flagelli del nostro tempo (come il diabete, il cancro, le malattie degenerative e cardiovascolari) che mandano in tilt esistenze (apparentemente) sane e felici, non sono causate da un gene, ma da complesse interazioni di fattori ambientali che innescano fattori genetici.
Spiego meglio. Avete mai letto di titoli trionfalistici in merito alla scoperta di un gene responsabile della depressione o della schizofrenia o addirittura, dell’omosessualità? Se li leggerete attentamente scoprirete che si parla di correlazione ma non di causa diretta della malattia. La confusione nasce da questa differenza. Una cosa è essere in correlazione con una malattia, un’altra è esserne la causa, fatto che implica un’azione diretta di controllo.
Se vi mostro il mio mazzo di chiavi e affermo che una di queste “controlla” la mia automobile, sul momento penserete che la mia affermazione sia corretta, dato che la chiave mette un moto il motore dell’auto. Ma la chiave, da sola, può davvero controllare l’auto? Se così fosse, potrebbe decidere di andarsi a fare un giretto per conto suo quando voi non ci siete e non la “controllate”! In realtà la chiave è solo correlata al controllo della macchina, ma senza qualcuno che inserisce la chiave nel cruscotto l’auto non potrà mai partire.
Allo stesso modo geni specifici sono da consiserarsi in relazione al comportamento ed ai caratteri di un organismo ma non si attivano finché “qualcosa” o qualcuno non li fa scattare.
Ma cosa attiva i geni?
Questa domanda ha ricevuto una risposta eloquente in uno studio del 1990 dal titolo “metafore e ruolo dei geni e sviluppo” (Nijhout 1990). Nijhout dimostra inconfutabilmente che l’idea che i geni controllino la biologia sia stata talmente ripetuta, e così a lungo che gli scienziati hanno dimenticato che si tratta di un’ipotesi che non è mai stata scientificamente dimostrata, e non della verità. Quest’ipotesi, anzi, è stata messa in dubbio dalle ricerche più recenti . Nijhout scrive che il controllo della genetica è diventato una metafora comune della nostra società. Vogliamo credere che gli ingegneri genetici siano i nuovi medici stregoni che non solo cureranno tutte le malattie, ma che possono riprodurre anche dei Mozart o degli Einstein. Di fatto non è così, e non lo sarà mai. Questa non è una verità scientifica. Nijhout così la sintetizza:
” quando viene richiesta l’attività di un gene, è un segnale proveniente dall’ambiente, e non una proprietà derivante dal gene stesso, che attiva l’espressione di quel gene”.
In altre parole, quando si parla del controllo dei geni, non dimentichiamo ciò che amava dire il prof. Irv Konigsberg, uno dei primi biologi cellulari a padroneggiare l’arte di clonare le cellule staminali, ai suoi studenti, e cioè che: “E’ l’ambiente, stupido!”
Tratto liberamente da “Biologia delle Credenze: come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula” di Bruce H. Lipton.