La malattia viene dall’interno o dall’esterno. E la guarigione? Un piccolo viaggio indietro nel tempo alla scoperta dei concetti alla base della medicina occidentale e della medicina orientale
In un post precedente abbiamo parlato della possibilità di autoguarigione. La medicina occidentale moderna, che distribuisce farmaci in gran parte tossici e diffonde terapie che in molti casi sono capaci solo di soffocare i sintomi e non di guarire davvero, è diventata talmente dispendiosa da consumare risorse economiche enormi senza dare vero sollievo all’uomo, ovvero senza mantenere lo stato di salute o ripristinarlo qualora manchi. In tutti gli stati sviluppati economicamente la questione “Sanità” è divenuta meramente politica e legata ad un business che interessa grandi lobby che lucrano sulla salute della gente. Il problema che ci si pone è come pagare le spese sanitarie, (come negli Stati Uniti), senza capire che, nel corso della storia, il problema principale è invece, la natura dell’assistenza sanitaria.
La medicina occidentale, e per contro i medici, sostiene che per guarire è necessario un intervento esterno, mentre gli assertori della medicina naturale sono dell’idea che lo stato di salute derivi, e si mantenga, vivendo in armonia con la natura.
Ma facciamo un passo indietro nel tempo.
Esculapio vs Igea
Nell’antica Grecia i medici affidavano la protezione del loro lavoro a Esculapio, il dio della medicina, mentre i guaritori rivolgevano le loro preghiere alaa radiosa Igea, dea della salute, figlia di Esculapio. Come vedete, già all’epoca c’erano diverse scuole di pensiero. Il filosofo e scrittore di medicina René Dubòs, ha espresso così il concetto:
“Per i cultori di Igea la salute fa parte dell’ordine naturale delle cose, è un attributo positivo al quale gli uomini hanno diritto se conducono saggiamente la loro vita. Secondo loro, la funzione più importante della medicina è quella di scoprire e insegnare le leggi naturali che consentono all’uomo di avere una mente sana in un corpo sano. Più scettici, o meglio, più esperti su come va il mondo, i seguaci di Esculapio ritengono che il ruolo principale del medico sia quello di curare la malattia e di ristabilire correggendo qualunque imperfezione causata da difetti fisici o acquisiti.”
Esculapio nella medicina occidentale
Oggi l’unica preoccupazione dei seguaci di Esculapio è diventata la spesa pubblica per la sanità e in che modo coprirne i costi, ma soprattutto che genere di consumi deve coprire questo costo (vedi farmaci), senza preoccuparsi di discutere sulla natura della medicina né su cosa bisognerebbe aspettarsi da essa. Le spese sono alte perché oggi la medicina si basa soprattutto sulla tecnologia.
Per la medicina occidentale l’unico fine è stato quello di identificare gli agenti esterni in grado di determinare le malattie: verso la metà del secolo la scoperta degli antibiotici sembrò la panacea di tutti i mali, permettendo di debellare le malattie di origine infettiva provocate dai batteri.
Questo successo, confermando le teorie di Esculapio, conquistò il cuore e la mente del mondo scientifico, convincendolo che l’intervento del medico dovesse basarsi esclusivamente sull’uso della tecnologia.
Personalmente sono una sostenitrice di Igea e promuovo le terapie naturali nei dibattiti sul futuro della medicina. Del resto come naturopata non potrebbe che essere così.
Igea nella medicina orientale
In Oriente, invece, e specialmente in Cina, la medicina ha avuto risvolti molto diversi: essa si è rivolta soprattutto a metodiche atte ad aumentare la resistenza dell’organismo, la sua capacità di affrontare e risolvere le malattie in modo naturale, permettendo all’individuo di rimanere in buona salute, pur essendo esposto ad agenti nocivi.
Il problema è che la medicina occidentale ci ha aiutato per molto tempo, ma a lungo andare l’uso di tutta questa tecnologia rischia di essere più nociva che altro. I farmaci sono armi, e le armi sono pericolose, possono ferire, con il “rinculo”, e possono scatenare l’aggressività del nemico. Ed è proprio questo che si sta verificando. Nuove e sconosciute malattie, resistenza batterica, patologie scatenate dai vaccini, malattie autoimmuni mai viste prima, etc… senza contare che anche i miracolosi antibiotici diventano sempre più fallaci ed inutili perché stanno perdendo rapidamente la loro efficacia e gli infettivologi cominciano a domandarsi che cosa faremo quando non si potrà fare più ricorso a queste armi.
Per contro, nella Medicina Cinese, ad esempio, non si crea nessuna “resistenza” nei confronti dei tonici naturali usati in questa medicina tradizionale, poiché essi non agiscono contro i germi (e quindi non ne influenzano lo sviluppo, né causano la comparsa di ceppi mutati) ma servono a rafforzare il sistema immunitario del corpo, evitando l’infezione, e combattendo non solo i batteri ma anche altri tipi di microrganismi patogeni, quali virus, protozoi e funghi.
Il fallimento delle medicina occidentale
L’ impotenza della medicina contro le infezioni virali è palese nella lotta contro l’ AIDS. Le terapie della medicina cinese, basata sulla fitoterapia, sembrano molto più promettenti, poiché non sono terapie tossiche. Ho letto di molti siero-positivi che si sono avvalsi delle medicine naturali che, insieme ad un corretto stile di vita, riescono ad avere una vita normale e la cui sieropositività non si è evoluta in AIDS conclamata.
Il concetto di rinforzare le difese interne appartiene ai seguaci di Igea, in quanto si basa sul concetto che il corpo dispone di una capacità intrinseca di combattere e debellare gli agenti patogeni.
Se questo assunto fosse accettato, almeno in parte, dalla medicina occidentale moderna non si assisterebbe alla crisi economica che oggi interessa l’assistenza sanitaria, e piuttosto che pensare solo ai profitti delle case farmaceutiche, si penserebbe maggiormente al benessere degli ammalati. I metodi che stimolano le capacità di autodifesa naturali del corpo di autoguarirsi sono molto meno costosi degli interventi massicci ed aggressivi della medicina ad alta tecnologia oltre ad essere meno pericolosi e più efficaci nel lungo periodo.
I seguaci di Esculapio si preoccupano solo della terapia, mentre quelli di Igea della guarigione: la terapia viene dall’esterno, mentre la vera guarigione avviene dall’interno.
La parola inglese “Healing” (guarigione) vuol dire “rendere intero” , cioè restituire integrità ed interezza, quindi equilibrio. Del resto ho assistito in prima persona a guarigioni spontanee di varie patologie, tra cui casi di tumore maligno, con grande stupore dei medici, e con una remissione permanente. Ci sono ormai anche molti medici che si stanno avvicinando alla convinzione che il nostro corpo è in grado, non solo di farci ammalare, ma allo stesso modo, anche di guarirci. Purtroppo ancora pochi medici fino ad oggi si sono occupati dei casi di autoguarigione e quindi è inutile sorprendersi se il fenomeno della guarigione spontanea appare “oscuro”, ed il concetto di “Sistema interno di autoguarigione“ ancora più strano.
Nutro la speranza che in un futuro non troppo lontano si ritorni alle idee prigenie della “radiosa Igea”, e che si cominci a tener conto anche del malato, alle grandi risorse biologiche di autoguarigione, e non solo del profitto legato alla malattia, auspicando una collaborazione fruttuosa tra metodiche naturali e tecnologia avanzata (soprattutto pronto soccorso e chirurgia) ma che abbia a cuore davvero la guarigione e la conservazione della salute.