L’intolleranza ai cibi fatti con farine raffinate aumenta. Scopriamo perché. Celiachia? Non solo…
Ultimamente sta crescendo nella popolazione, oltre ad una conclamata celiachia, anche una forma di intolleranza verso il consumo di pane e pasta, a causa della sempre crescente raffinazione delle farine e dei cereali, unitamente a stress psicofisici e a seconda della sensibilità individuale.
Certo è che l’incremento di liquidi extra-cellulari (gonfiori), sintomi gastroenterici, caduta di tono muscolare unita ad ansia, spossatezza, dolori osteo-articolari, cefalea, fame continua e voglia di dolciumi, indicano tossicità ed erosione cellulare dovuta a scarsa assimilazione dei cibi. Molte persone presentano segni chiari di disfunzione gastroentericam e anche se i test per la celiachia risultano negativi, è chiaro che non ci troviamo comunque in una situazione di “ normalità” ma di alterazione degli equilibri.
Il glutine può non essere l’unico problema
Allora cosa non va? Le farine raffinate. È possibile, infatti, che il glutine non sia l’unico elemento di destabilizzazione ma le cause potrebbero essere i nuovi ceppi delle piante di grano o di altri cereali e soprattutto la loro raffinazione. È plausibile che il glutine comporti diffuse e spesso subdole intolleranze, ma più spesso è proprio la raffinazione dei cereali a creare problemi.
Cioè la composizione della farina bianca. Infatti molti soggetti che hanno disagi con la farina raffinata bianca, non ne hanno se assumono altri prodotti in chicchi contenenti comunque glutine, ma non raffinati, come il farro, il kamut, l’orzo e lo stesso grano, ma integrale. Alcuni ricercatori (come L. Becchimanzi) rilevano che coloro che fanno largo uso di prodotti raffinati, come pasta, pane, biscotti, fette biscottate etc.. presentano sulle pareti intestinali una sorta di colla, una pellicola, forse una risposta infiammatoria del colon, che inficia le capacità di assimilazione dei nutrienti, tra cui quella del ferro, e altera la flora intestinale producendo i disagi di cui sopra. Tra l’altro è difficile riscontrare con dei test medici convenzionali questo tipo di alterazione.
L’uso eccessivo di farine raffinate, quindi, nuoce all’organismo riducendo il potere di assimilazione dei nutrienti provocando la debilitazione della massa magra e incrementando liquidi extracellulari e riserve lipidiche.
Senza glutine non vuol dire integrale
Aggiungo che alcuni soggetti celiaci, cioè allergici alla gliadina del glutine, proteina che si trova nel grano e in altri cereali, pur eliminando dalla loro dieta la sostanza incriminata, non hanno una totale remissione dei sintomi quali colite, carenza di ferro, spossatezza ect.. Essi continuano a cibarsi di farine raffinate anche se senza glutine. I loro sintomi indicano che c’è qualche componente alimentare che, pur non evidenziata da schematici e a volte ottusi test (in verità è ottuso chi li fa, non il test in sé) altera la naturale funzionalità. Infatti anche i cibi deglutinati provengono da farine raffinate.
In conclusione, fanno meno male gli zuccheri dei gelati, dolci e cioccolata che le farine raffinate! Pertanto, consiglio vivamente di arricchire la vostra dieta quanto più potete di cibi integrali (pane, pasta e cereali integrali) non solo per aumentare l’assunzione di fibre alimentari, ma anche per diminuire l’assunzione di farine e cereali raffinati.
La vostra salute ne gioverà e anche il vostro sistema di guarigione. 🙂
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